L’indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari in aumento ad aprile

Segno più per i prezzi mondiali di cereali, carne e prodotti lattiero-caseari, in calo le quotazioni dello zucchero

©FAO/Luis Tato

06/06/2025
Roma – L’indice di riferimento dei prezzi internazionali dei generi alimentari è tornato a crescere ad aprile, trainato dal rialzo delle quotazioni dei principali cereali, della carne e dei prodotti lattiero-caseari. A darne notizia venerdì è stata l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).

L’Indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari, che rileva le variazioni mensili dei prezzi internazionali di un paniere di generi alimentari scambiati a livello mondiale, ha registrato un valore medio di 128,3 punti in aprile, con un aumento dell’1,0 percento da marzo e del 7,6 percento rispetto allo stesso mese lo scorso anno.

Da marzo, l’Indice FAO dei prezzi dei cereali è salito dell’1,2 percento. Per le quotazioni mondiali del grano, la variazione è stata modesta, sostenuta dalla riduzione delle scorte esportabili nella Federazione Russa, mentre l’Indice FAO di tutte le varietà di riso ha ritrovato slancio grazie a un incremento della domanda per le varietà fragranti. In crescita anche i prezzi internazionali del mais, in ragione del calo stagionale delle scorte negli Stati Uniti d’America. Le fluttuazioni valutarie hanno inciso sui movimenti dei prezzi nei mercati mondiali, mentre gli adeguamenti delle politiche tariffarie hanno acuito l’incertezza del mercato.

Segno più (+3,2 percento) in aprile anche per l’Indice FAO dei prezzi della carne, con balzi delle quotazioni per tutte le categorie di prodotti, a partire dalla carne suina. L’onda rialzista interessa, inoltre, i prezzi della carne bovina, in aumento soprattutto in Australia e Brasile, in un contesto di stabilità della domanda globale di importazioni e di disponibilità limitata di prodotti per l'esportazione.

L’Indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari ha guadagnato 2,4 punti in aprile rispetto al mese precedente, superando del 22,9 percento il valore registrato un anno fa. Il rincaro va imputato all’aumento dei prezzi internazionali del burro, che hanno segnato un nuovo record storico, complice la contrazione delle scorte in Europa.

Per contro, l’Indice FAO dei prezzi degli oli vegetali ha perso il 2,3 percento, pur mantenendosi del 20,7 percento al di sopra del livello rilevato lo scorso anno. In caduta libera le quotazioni dell’olio di palma, che hanno risentito dell’aumento stagionale della produzione nei principali paesi produttori dell’Asia sudorientale, mentre i prezzi mondiali degli oli di soia e colza sono stati sospinti verso l'alto per effetto della forte domanda di importazione a livello internazionale. Pressoché stabili sono rimaste, invece, le quotazioni dell’olio di semi di girasole.

Analogo andamento per l’Indice FAO dei prezzi dello zucchero, anch’esso in frenata del 3,5 percento da marzo, pressati soprattutto dalle preoccupazioni di una congiuntura economica incerta a livello mondiale e dal suo potenziale impatto sulla domanda dei settori delle bevande e della trasformazione alimentare, che insieme rappresentano la maggior parte del consumo globale di zucchero.

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Prospettive per la domanda e l’offerta di cereali per l’anno a venire

Venerdì la FAO ha anche pubblicato un nuovo Bollettino sull’offerta e la domanda di cereali, contenente stime aggiornate per il 2024 e nuovi dati sullo stato delle colture e sulle prospettive per il 2025.

Le ultime previsioni della FAO relative alla produzione di grano nel 2025 parlano di un volume di 795 milioni di tonnellate, in linea con l’anno precedente. Sembrerebbe profilarsi una produzione record in Asia, a partire da India e Pakistan, accompagnata da un miglioramento delle condizioni nell’Europa meridionale e nell’Africa settentrionale e da una produzione stabile in Canada e nella Federazione russa. Tuttavia, la scarsità di precipitazioni nell’Europa settentrionale e nel Medio Oriente, a cui si aggiungono i timori di una siccità negli Stati Uniti d’America, pesano sulle prospettive generali.

Sta per iniziare la raccolta dei cereali secondari del 2025 nell'emisfero meridionale, dove si attende un aumento della produzione di mais in Brasile e Sudafrica.  Nell'emisfero settentrionale, i primi dati indicano un aumento del 5 percento delle semine di cereali secondari negli Stati Uniti d’America.

Nel frattempo, la FAO ha leggermente ritoccato al ribasso le sue stime della produzione mondiale di cereali nel 2024, portandola a 4 848 milioni di tonnellate, mentre nel 2024-2025 la produzione globale di riso dovrebbe crescere dell’1,5 percento, fino a raggiungere il volume record di 543,6 milioni di tonnellate.

Le nuove previsioni della FAO relative all’utilizzo di cereali a livello mondiale nel 2024-2025 parlano di 2 870 milioni di tonnellate, in miglioramento dell’1,0 percento rispetto al livello del 2023-2024, per l'effetto congiunto delle prospettive di incremento del consumo di mais come mangime in Cina e nella Federazione russa e del consumo di riso in vari paesi africani.

Si stima che entro la fine della stagione 2025, le riserve di cereali scenderanno dell’1,9 percento a 868,2 milioni di tonnellate, comprimendo al 29,9 percento il rapporto mondiale tra riserve e utilizzo di cereali previsto dalla FAO nel 2024-2025, un valore comunque considerato soddisfacente.

La FAO ha anche leggermente rivisto le stime relative al commercio mondiale di cereali nel 2024-2025, fissandolo a 478,6 milioni di tonnellate, che corrisponderebbe a una contrazione del 6,8 percento rispetto al 2023-2024 e al livello più basso dal 2019-2020. Il commercio mondiale di cereali secondari sarebbe soggetto a una contrazione ancor più rapida, soprattutto a causa della strozzatura della domanda della Cina e dalla minore disponibilità di mais esportabile in Brasile. Viceversa, il commercio mondiale di riso dovrebbe crescere dell’1,2 percento, fino a raggiungere un volume record di 60,4 milioni di tonnellate.

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Anche il Sistema d'informazione sui mercati agricoli (AMIS), ospitato dalla FAO, ha pubblicato lo scorso venerdì l’edizione mensile del suo Osservatorio del mercato. Oltre alle consuete analisi di mercato, il nuovo numero contiene un articolo di approfondimento sui mercati e sul commercio globale dei fertilizzanti, che negli ultimi anni sono stati influenzati da un insieme di fattori geopolitici e che si trovano oggi ad affrontare crescenti incertezze legate all'evoluzione delle politiche commerciali.
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